2025: ANNO DA NON SPRECARE

 

 

(22) “Bilancio e revisione"

 

 

 

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Con giugno siamo a metà di: “un anno da non sprecare”. Si impongono, quindi, un bilancio e forse anche una revisione, una ricarica! Un anno dedicato al restauro delle persone, e conseguentemente della società, con progetto elaborato e finanziato da un architetto che si chiama: Dio.

    Abbiamo celebrato da poco la Pentecoste la quale ha rinnovato la promessa di Gesù: “Se uno mi ama osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23). Ma “Dio abita in cantina” rivela un libro di Marco D’Agostino il quale scrive: “C’è una porta che fatico ad aprire. E’ forse quella che va in cantina? (…). E’ la porta della paura, di ciò che temo, un limite altre il quale non vado. La zona delle ragnatele, del buio dell’umido e del freddo. Almeno così credo”. 

 Ma Dio vuole entrare anche lì; parte ed incomincia da lì. Mi domando, allora, ho fatto entrare Dio nella mia cantina ed ho assecondato il suo progetto di riordino, bonifica?

“Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde sapore, con che cosa lo si renderà salato? (…) Voi siete la luce del mondo (…) né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5, 13-16).

Se nella” nostra cantina”  entra il “sale di Dio” – capace di ridonare gusto e valore anche agli eventi ed ai comportamenti insignificanti e disordinati; il “sale di Dio” che preserva dalla putrefazione e dai conseguenti miasmi,  allora “insaporiti” siamo abilitati a proporci - con umiltà e generosità – per arginare il vuoto della superficialità;  per educare il palato a cibi sani; per riscoprire il sapore della vita: di ogni vita!

Se nella” nostra cantina” ha brillato la “luce di Dio” - che permette di incontrare, riconoscere e apprezzare persone e cose nella giusta luce; la luce che evidenzia e valorizza i colori assieme alle ombre; la luce che orienta senza abbagliare; la luce che sconfigge la paura dell’ignoto ed inesplorato, allora possiamo e dobbiamo affiancarci - reggendo una torcia o un semplice cerino- a chi non ha ancora trovato la strada, o la ha smarrito.

Qualcuno potrebbe obbiettare che il sapore della esistenza va partecipato, difeso e promosso con impegni e strumenti più realistici e concreti. Certamente e non dobbiamo esimerci - scaricando su altri responsabilità e doveri - da iniziative di sussidiarietà e di giustizia. Non dimentichiamo, però, che “Non di solo pane vivrà’ l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (cfr Mt 4,4) e che “(Gesù) Rispose loro <Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna>  (… ) Io sono il pane della vita chi viene a me non ha più fame  e chi crede in me non ha più sete, mai!” (Gv 6,21..35).

Ci vuole poco per capire e  testimoniare che facendo spazio al sale e alla luce che nascono nella miniera e nella centrale del Vangelo il mondo sarebbe   “più gustoso, più illuminato e più luminoso”. Meno inquinato, meno rovinato!

L’Anno santo, “anno da non sprecare”, ci invita ad aprire il portafoglio, ad occuparci e a preoccuparci del benessere e del progresso, senza trascurare, tuttavia, le sorgenti del sapore genuino e della luce trasparente.

Occorre un bilancio ed una verifica sul cammino fatto e da fare ricordando che il sale insaporisce sciogliendosi e la luce rischiara proiettando i propri raggi. Ne convieni?

 

Giugno 2025  foglio n.22 –

a cura di “ p.angelo@oadnet.org”

 

 

 

 

 

 

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Ultimo aggiornamento: 16-06-25