Con la festa di Pentecoste - la quale chiude, dopo cinquanta giorni le
celebrazioni pasquali – potremmo dire che siamo in grado di realizzare
appieno il progetto-programma dell’Anno Santo che ci vede impegnati in
un rinnovamento non di facciata ma radicale.
Siamo soliti associare il respiro, lo spirito, alla vita e diciamo:
“non respira più, è spirato, ha finito di vivere”. Al contrario leggiamo
nella bibbia che all’inizio della creazione: “Lo spirito di Dio
aleggiava sulle acque” (Gn 1,2) e ancora: “Allora il Signore Dio
plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito
di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (ivi 2,7). Lo
spirito-vita dell’inizio venne ben presto inquinato dallo smog del
peccato, ma non manca la ripetuta promessa: “vi darò un cuore nuovo,
metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di
pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e
vi farò vivere secondo le mie leggi…” (Ez 36,26,27).
Con la nuova alleanza, la redenzione operata da Gesù, lo Spirito Santo
– respiro e vita di Dio - diviene artefice dell’uomo e del mondo nuovi.
Si leggano a conferma le pagine di Luca: Vangelo ed Atti degli Apostoli;
le Lettere di Paolo (cfr ad es. Rm 8, 13-17); il Vangelo di Giovanni
dove lo “spirare” di Gesù sulla croce non indica solo la sua morte ma
anche, come frutto di essa, la ”consegna” a noi del suo Spirito. Molto
espressive le parole usate nella messa per introdurre alla preghiera
insegnata da Gesù: “Il Signore ci donato il suo Spirito; con la fiducia
e la libertà dei figli osiamo dire: Padre nostro…”
Ed ancora, ma non
solo: “la sera di quel giorno, il primo della settimana… venne Gesù,
stette in mezzo a loro (i discepoli) e disse <Pace a voi! Come il
Padre ha mandato me, anche io mando voi>. Detto questo soffiò su di loro
e disse: <ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i
peccati, saranno perdonati, a coloro a cui non perdonerete, non saranno
perdonati” (Gv 19, 19…23).
Lo Spirito Santo è il
respiro, la vita di Dio definita - nelle Lettere di Giovanni -: “Amore”.
“Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio:
chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio, chi non ama non ha
conosciuto Dio perché Dio è amore” (1Gv 7-8). “
“L’amore di Dio è
stato effuso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito, che ha stabilito
in noi la sua dimora” (Rm 5,5; 8,11)
Il miracolo, meglio
la grazia, ha inizio nel battesimo; è confermata con la cresima;
restaurata nella confession; alimentata nella eucaristia ed ogni volta
che, in mille modi, entriamo o tentiamo di entrare in comunicazione, in
comunione con la Sorgente dell’amore. Il “restauro” dei singoli, poi,
diventa “bonifica”.
“E vidi un cielo
nuovo e una terra nuova… E vidi anche la città santa, la Gerusalemme
nuova scendere dal cielo da Dio, pronta come una sposa per il suo sposo.
Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva: <Ecco la
tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi
popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E asciugherà ogni
lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né
affanno, perché le cose di prima sono passate>” (Ap 21, 1-4).
Nell’attesa non
stanchiamoci di lavorare e di pregare: “Vieni, Spirito Santo, riempi
il cuore dei tuoi fedeli ed accendi in essi il fuoco del tuo amore;
manda a noi dal cielo un raggio della tua luce … Manda il tuo Spirito,
Signore a rinnovare la terra”.
Giugno 2025 foglio n.21 –
a
cura di “ p.angelo@oadnet.org”