2025: ANNO DA NON SPRECARE

 

 

(15) “Chi segue me..."

 

 

 

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Sul “Camminare assieme” abbiamo riflettuto nel precedente incontro nell’ intento di sconfiggere solitudini, scoraggiamenti, limiti, insufficienze, rivalità; e di alimentare accoglienza, rispetto, collaborazione, pace. Ogni “insieme”, - ne siamo convinti - richiede, indicazioni, suggerimenti, direttive, ecc…, e qualche fedele ed affidabile custode ed interprete. Fedeltà e affidabilità presenti in Gesù che afferma, a ragione:  “Io sono la via, la verità, la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14,6).

La morte recente di Papa Francesco, stimato ed amato dai cattolici e non solo, ci offre motivi di riflessione sulla figura e sulla missione del papa all’interno della Chiesa che è popolo, gregge, comunità, scelta, guidata e sostenuta da Dio. Non ovile che offre sicurezza, né ghetto che genera chiusura, egoismo, grettezza, rifiuto. Gesù, che si presenta come pastore affidabile, promette di portare “fuori” il gregge, di ricercare le pecore smarrite, di adempiere la volontà di Dio il quale vuole che “ non perda nessuno di quanti mi ha affidati” (Gv 17,12).

Congedandosi, poi, dai suoi, Gesù ripete loro: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli….insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt28,30).  E, rivolto direttamente a Pietro il quale aveva  dichiarato di credere in Lui: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa … a te darò le chiavi del regno dei cieli… “(Mt 16, 18 sgg). Infine: Gesù “disse (a Pietro) per la terza volta: Simone figlio di Giovanni mi vuoi bene? …”; e alla decisa risposta di Pietro gli ripete: “Pasci le mie pecore” (cfr Gv 21,15 sgg). Così vediamo Pietro alla guida della prima comunità cristiana di Gerusalemme (cfr Atti degli Apostoli). L’intera storia della Chiesa testimonia, poi, come tale autorevolezza del vescovo di Roma, successore di S. Pietro, sia sempre stata riconosciuta nonostante le difficoltà sorte, in varie regioni, per motivi e religiosi e politici. Perdurano però scissioni, neppure oggi completamente risanate, con le Chiese orientali (Ortodossi 1054); con i Protestanti (Lutero 1483-1546: in Germania e Svizzera sec XVI) :); con gli Anglicani (Enrico VIII 1491-1547: in Inghilterra sec. XVI).

Nonostante l’operato criticabile di alcuni papi la Chiesa cattolica non ha tradito, anche se a volte quasi dimenticato, il messaggio evangelico, e dobbiamo ringraziare che oggi – e non solo oggi – i vescovi di Roma hanno meritato e meritano fiducia e gratitudine. Fiducia e gratitudine per il coraggioso impegno e sdervizio di custodire e testimoniare il Vangelo.

Purtroppo c’è il rischio, anche per i cattolici, di limitare l’apprezzamento per l’operato di un papa più per i personali comportamenti in sintonia con i segni dei tempi e resi spontanei da doti naturali e dalla formazione avuta.  Si dimentica  così che la fede, e l’affidamento che ne consegue, nascono e si nutrono e di motivazioni (ragione e cuore) e di emozioni (mani e piedi, segni ed opere). Motivazioni ed emozioni che solo insieme, in sinergia: generano assenso e condivisione.

E’ limitativo definire papa Francesco un papa fedele al Concilio Vaticano II ma anticlericale (energico riformatore?)! Il servizio di papa Francesco alla Chiesa, e conseguentemente ai cattolici, ai cristiani e agli abitanti della terra è stato il ricordare con insistente determinazione che il vangelo, salvezza operata da Cristo, è proprio per tutti: anche per gli abitanti delle più remote, segregate e scomode periferie. Le periferie non offrono turismo o vacanze ma la possibilità di rendere fecondi terreni ritenuti sterili ed inospitali. In periferia, quali “pellegrini e testimoni di speranza”. Ne vale la pena!

 

 

aprile 2025 –  a  cura di “p.angelo@oadnet.org”

 

 

 

 

 

 

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Ultimo aggiornamento: 04-05-25